Asta flop per il principato di Parrano, ma tra storia e pettegolezzi si cerca un compratore

Ancora una fumata nera nell'asta del 31 marzo 2022 per il Principato di Parrano. Il Sindaco pensa ad eventuali organizzazioni no-profit. Ma il Tribunale di sicuro continuerà il suo percorso di vendita.

Il castello di Parrano, costruito nel Medioevo dai bellicosi conti Bulgarelli, gli stessi che si allargarono poi fino a Città della Pieve e a Marsciano. Passa per le mani della facoltosa famiglia Baglioni di Perugia. Nel 1733, papa Clemente XII elevò la contea di Parrano al rango di Principato indipendente a favore di Orazio Marescotti che ne divenne così il primo principe. Il maniero, divenuto nel frattempo proprietà dei principi Ruspoli, viene acquistato nel luglio del 1940 da Attilio Monti poi facoltoso industriale petrolifero e della carta stampata.

Il suggestivo palazzotto viene poi rivenduto, con tutta la tenuta che lo circondava, al professor Vittorio Valletta da Sampierdarena, direttore generale e amministratore delegato della Fiat di Torino. Con l’avvicinarsi della seconda guerra mondiale decise infatti di portare la famiglia a Parrano dove acquistò il Castello e una vasta proprietà. La zona risultava tranquilla  e protetta, considerando che nel piccolo comune si trovavano le proprietà e un “buen retiro” di una delle famiglie più ricche e potenti d’Italia (i Valletta e, di conseguenza, gli Agnelli).
Dopo l’8 settembre del 1943, si erano rifugiati nel castello medioevale in attesa di salire al nord un gruppo di facoltosi sfollati. La coppia di attori Luisa Ferida e Osvaldo Valenti (con un gruppo di parenti e amici, tra i quali il padre dell’attore, il barone siciliano Lillino Valenti, ex ambasciatore d’Italia) si installò nel castello sul finire del 1943. La coppia si era compromessa con il regime. Entrambi venivano da anni di successi cinematografici. Lei – davvero molto bella – aveva trenta anni e appariva nel pieno della sua fama e del suo fascino. 

Si mormora che i due facessero anche uso di droghe, che all’epoca giravano solo nel bel mondo dei ricchi, degli scrittori, degli artisti. Gli anziani di Parrano sussurrano anche di una storia di amore – meglio sarebbe definirla di sesso, tout court –, durata una settimana, tra la splendida attrice e un giovane del posto. Il giovane che godette – se le voci fossero vere– delle grazie della diva per sette giorni e sette notti di seguito sarebbe diventato, da adulto, un funzionario della Repubblica Italiana. Il film “Sanguepazzo”, presentato a Cannes nel 2008, ripropose la storia della coppia di belli e dannati: Luisa Ferida e Osvaldo Valenti, la cui parabola di attori/amanti e, forse, di aguzzini, finì a Milano nel 1945 davanti a un plotone di esecuzione dei Partigiani. Lo stesso Vittorio Valletta con altri Dirigenti FIAT nei periodi ancora “caldi” del 1948 susseguenti all'attentato a Togliatti, rischiò la vita venendo sequestrato in fabbrica per alcuni giorni da insorti molto agitati.
Finito il conflitto Valletta utilizzo la proprietà come luogo di relazione ad altissimo livello. Senatore a vita della Repubblica (1966), si deve a lui la realizzazione del casello dell’A1 a Fabro. Ma non è sicuramente estraneo :
Il percorso A1 da Firenze a Roma che inizialmente doveva transitare non da Arezzo come fisicamente naturale ma per Siena e Perugia ricongiungendosi poi a Orte.

Un intento convergente per la modifica denominata “curva Fanfani” (e ovviamente il casello A1) con l'omonimo potentissimo Ministro aretino e il Senatore orvietano Tiberi, fedele “vassallo” del Ministro. Un ex sindaco ultraottantenne ricordava a un periodico locale con equilibrata nostalgia la presenza importante ma al tempo stesso “ingombrante” di tanti personaggi di rilievo in un borgo minuscolo quanto all'epoca effervescente dal punto di vista delle lotte agrarie. La stessa presenza di una Stazione dei Carabinieri negli anni '50 e la continua presenza sul territorio di alti dirigenti di Polizia se da un lato creava importanza, riusciva però a giustificare interventi di controllo spesso al limite se non oltre le necessità effettive di protezione. Le attività di tesseramento politico da record dell'allora giovanissimo sindaco, soprattutto tra salariati e mezzadri, creano di sicuro apprensione tra la proprietà del Principato. Ogni mezzo e pretesto magari solo dissuasivo può pertanto contribuire, più o meno legittimamente, a frenare rivendicazioni agrarie.

Negli anni settanta del Novecento, il marchese Franco Fantauzzi, unico erede di Valletta, fece restaurare il castello. Incaricò il famoso architetto Tommazo Buzi, più noto per i particolarissimi e surreali lavori presso il vicino complesso della “Scarzuola”. Del marchese, deceduto da pochi anni, due ricordi personali affiorano alla memoria:
Nei primi anni '80 un periodico locale lo attacca in modo pesante facendo immaginare un clima non certo idilliaco. Le elezioni amministrative sono alle porte. Lui appoggia esplicitamente una lista elettorale alternativa alla maggioranza “granitica” attuale. Il “marchesino”, per l'articolista è il principale responsabile della decadenza economica e sociale del territorio negli ultimi anni. In una improbabile e surreale vittoria della lista, “...gli interessi degli amministratori sarebbero diametralmente opposti a quelli degli amministrati”.

Nei primi anni '90 il ricordo è strettamente privato. Andiamo insieme a Perugia a colloquio da un Senatore umbro col quale all'epoca ero molto in contatto. Al Senatore chiede un intervento amministrativo. La meraviglia va di pari passo con la evidente impossibilità. Nessun problema. Il discorso prende pieghe molto più personali e leggere. L'Università di Perugia frequentata nello stesso periodo fa emergere particolari anche molto piccanti e gustosissimi. Qui ovviamente il sipario si chiude lasciando tanti aspetti all'immaginazione.

Fausto Ermini