Non chiudete quella libreria!

"Il Comune farà tutto ciò che è nelle proprie possibilità per creare le condizioni migliori perché un presidio culturale come la ‘Libreria dei Sette’ non chiuda i battenti".

Questa è la dichiarazione che il sindaco di Orvieto Giuseppe Germani ha messo in risalto lo scorso 20 ottobre, in occasione della commemorazione della figura di Stefano Rodotà svoltasi nel comune di Orvieto. Sì perchè lo spazio culturale della Libreria dei Sette lo stiamo monitorando da un po' -come chiunque abbia a cuore la situazione socio culturale del nostro distretto territoriale- dovrebbe porsi degli interrogativi importanti.  Capire come mai, per esempio, in una città d'arte, poliedrica come Orvieto, gli spazi adibiti alle relazioni sociali- come per i servizi primari- perdano smalto svilendo e impoverendo anche la stessa economia del paese, che un tempo, attirava sempre più a sè il "respiro" del bel vivere di una piccola comunità internazionalizzata dalla presenza di eventi di grande caratura: economica, culturale, politica e sociale.

Stiamo assistendo a un progressivo default delle città di provincia del centro italia, in particolare della Tuscia. Viterbo è un'altra realtà in sofferenza come il caso del teatro dell'Unione, dove tutti quelli che  dovrebbero essere punti di forza,  si rivelano, invece, appendici da epurare solo perchè  qualcuno ci ha rimandato al concetto "con la cultura non si mangia", triste ed infelice affermazione! Alla situazione orvietana gli fa da specchio la confinante Montefiascone, da dove stiamo scrivendo;  anche lì poco tempo fa un altro spazio di ricezione culturale ha chiuso la saracinesca trasferendosi altrove, e prima ancora la Pretura del luogo, seguita dall'ufficio Inps -ora uno sportello attivo solo due volte al mese-  un ospedale depotenziato, e molti esercizi commerciali spariti. Che dire, mal comune mezzo gaudio? Assolutamente no. Non si possono abbandonare al proprio destino queste piccole realtà di provincia solo perchè i comuni hanno sempre meno risorse da distribuire; le coperte sono corte, ed è inaccettabile che si mettano in condizioni i sindaci di scegliere quale servizio è più importante o cosa è prioritario rispetto a un altro. Tutto è importante in una città, tutto quello che caratterizza e dà personalità lo è.  Ecco perchè non si può accettare la teoria dell'alternanza  "a te sì, a te no" e chiunque pensa  di doverla mettere  in pratica, solo perchè non vi è altra via, fallisce  il suo ruolo di amministratore. Seguiremo con attenzione gli sviluppi della vicenda e faremo il tifo per il sindaco Germani e la sua giunta, affinchè riescano a trovare le giuste idee o soluzioni  per scongiurare la chiusura di questo importante punto di rferimento umano, oltre che culturale.

Caterina Berardi